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France, Anatole.

Pseudonimo di François- Anatole Thibault. Scrittore francese. Compì studi regolari al Collegio Stanislas e venne quindi assunto dall'editore Lemerre. Nel 1873 pubblicò il suo primo libro di poesie, I poemi dorati, a cui fece seguire il poema drammatico Le nozze di Corinto, operette scritte nel più puro stile parnassiano, raffinato e brillante. Dopo queste prime prove poetiche, F. affrontò la narrativa ed esordì con il romanzo Giocasta e il gatto magro, che lo impose immediatamente all'attenzione della critica; seguirono poi Il delitto di Silvestro Bonnard, bonario e malizioso racconto di carattere umanistico, I desideri di Jean Servien, di carattere autobiografico, Margherita, Taide, Il libro del mio amico, La rosticceria della regina Pedoca. Tutti questi romanzi e racconti hanno in comune l'atteggiamento dell'autore, che si pone di fronte alla realtà con il sorriso impassibile dello scettico e che bonariamente, da aristocratico dell'intelligenza, opera una lucida satira di tale realtà scoprendo la grossolanità della mentalità borghese. Ma l'intelligenza diventa nelle mani di F. il semplice strumento per un gioco, seppure di alta qualità, che si risolve nelle forme di un divertito e raffinato scetticismo razionalistico, tipico del resto del clima letterario francese dopo la caduta del Secondo Impero. Tra gli altri scritti di questo periodo ricordiamo Le opinioni di Jérôme Coignard, in cui l'autore crea l'indimenticabile figura dell'abate Coignard, erudito secentesco voluttuoso e pio al tempo stesso, ma di opinioni volterrianamente anticonformiste, e Il giglio rosso. A questo punto dell'evoluzione artistica di F. un avvenimento nuovo si inserì nella realtà della Francia e provocò un risveglio della coscienza critica da parte degli intellettuali, chiamati ad impegnarsi in prima persona in difesa di Dreyfus, l'ufficiale ebreo accusato di alto tradimento in seguito ad un complotto delle forze militariste e razziste. Dall'inizio dell'affaire gli scritti di F. subirono una metamorfosi: allo scrittore scettico e raffinato fece posto il polemista duro e appassionato che riprese la migliore tradizione volterriana; avvicinatosi al socialismo, lo scrittore divenne con Zola l'ispiratore della politica laica dello stato ed il difensore delle classi più umili, giungendo, nel 1917, ad appoggiare con vigore la Rivoluzione bolscevica. Nel primo decennio del '900 fece pubblicare saggi e opuscoli di carattere politico-ideologico; ne ricordiamo alcuni: Opinioni sociali, Una campagna laica, La chiesa e la repubblica, Sulla pietra bianca, Verso i tempi migliori, La rivolta degli angeli. Accanto a questa produzione, F. sviluppò d'altra parte opere di varia natura e tutte di notevole interesse, come il romanzo storico Gli dei hanno sete, considerato il suo capolavoro, in cui l'autore rappresenta con grande intelligenza storica il momento più drammatico della Rivoluzione francese, giustificando in gran parte anche gli atti più duri del governo rivoluzionario impegnato in una battaglia di immensa portata storica, o come l'originale e documentatissimo libro sulla Vita di Giovanna d'Arco nel quale, con volterriano accanimento, ma non senza umanità e rigore di autentico storico, volle distruggere la pia tradizione di Santa Giovanna, sulla quale gli ambienti reazionari e cattolici speculavano per la propria battaglia politica. Fra la fine dell'800 e gli inizi del'900 apparvero anche i quattro volumi della Storia contemporanea, che avevano rispettivamente per titolo L'olmo del viale, Il manichino di vimini, L'anello d'ametista, Il signor Bergeret a Parigi, volumi delicatamente satirici, fondati su discussioni e conflitti di personaggi e di idee e condotti con penetrante eleganza. Alla vastissima produzione di questo prolifico scrittore appartengono inoltre numerosi articoli di critica letteraria, alcuni dei quali pubblicati col titolo La vita letteraria, nonché i due volumi scritti poco prima della morte, Il piccolo Pierre e La vita in fiore, che rievocano con delicatezza momenti dell'infanzia e dell'adolescenza dell'autore. Nel 1921 gli venne conferito il premio Nobel per la letteratura (Parigi 1844 - La Béchellerie, Saint-Cyr-sur-Loire 1924).